Un’autovettura a combustione interna (benzina, gasolio) emette durante un tragitto una certa quantità di CO2 e ne ha consumata un'altra quantità durante la costruzione e ne consumerà altrettanta durante lo smaltimento. Stampare le lamiere, fondere monoblocchi e alberi motore e poi saldare, avvitare, verniciare, costruire le batterie sono tutte attività con un’emissione diretta o indiretta di CO2 da tenere conto.
Un’autovettura elettrica costa , dal punto di vista della emissione di CO2 durante la costruzione e lo smaltimento, una quota maggiore rispetto a un automobile a benzina o gasolio. Durante un percorso di un autovettura elettrica l’emissione di CO2 dipende da dove abbiamo preso l’energia elettrica per caricare le batterie.
Nel grafico seguente si riportano i vari contributi di emissione di CO2 per tipologia di autoveicolo dalla costruzione fino allo smaltimento.
L’unica situazione veramente ecologica è nel caso di autovettura elettrica con alimentazione con energia al 100% rinnovabile cosa che, allo stato attuale, risulta ancora molto lontana.
Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) in particolare, fissa come obiettivo una quota del 30% di energie rinnovabili sul consumo finale di energia entro il 2030.
Allo stato attuale quindi l’energia viene prodotta principalmente con il gas metano e il carbone di conseguenza sembrerebbe che l’utilizzo di autovetture elettriche in realtà produce un aumento di emissione di CO2 maggiore rispetto alle autovetture a combustione interna, che se ne dica.
Poi ci sarebbe il problema dello smaltimento delle batterie agli ioni di Litio e dei pannelli fotovoltaici, ma questo è un altro discorso.