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Giovanni Gavelli è un fisico magistrale che si occupa di ricerca, consulenza, formazione e aggiornamento in diverse discipline fisiche. La sua esperienza spazia dall’applicazione industriale all’ambiente, alla sanità, ai beni culturali e alla pubblica amministrazione. Nel corso dei suoi 26 anni di lavoro, ha prodotto oltre 2000 valutazioni del rischio riguardanti l’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali, campi elettromagnetici e rischio di esplosione. Il suo studio e laboratorio si trovano a Lugo di Romagna, ma opera in tutta Italia. Oltre alla sua attività professionale, è noto per il suo impegno nel campo della fisica e per la sua dedizione alla risoluzione di problemi pratici e alla proposta di nuove soluzioni tecniche in collaborazione con altre figure professionali di estrazione tecnico-scientifica, come chimici, biologi, ingegneri, informatici e medici.
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Ma quanto assorbono i carboni attivi ?
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La capacità di adsorbimento di carboni attivi non è infinita, anzi, è molto limitata. Bene che vada riescono ad assorbire circa il 50 per cento in peso. Vuol dire che se ho un kg di carboni attivi al massimo assorbono mezzo chilogrammo di inquinante. Un modo di dare un’idea della massa di inquinante che un carbone attivo può adsorbire è suddividere i composti in 3 classi a facilità di adsorbimento decrescente.
Classi:
- A = Sostanze con elevata capacità di adsorbimento da parte dei carboni attivi (20-50%);
- B = Sostanze con buona capacità di adsorbimento da parte dei carboni attivi (10-25%);
- C = Sostanze con poca capacità di adsorbimento da parte dei carboni attivi (< 15%);
TUTTI i vapori di liquidi infiammabili sono più pesanti dell’aria
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Chi si occupa di valutazioni del rischio esplosione (Atex) sa benissimo che tutti i vapori dei liquidi infiammabili (Acetone, Alcool, Toluene, ecc.) sono più pesanti dell’aria, di conseguenza, tenderanno a stratificare in basso saturando tombini, fosse e vasche di contenimento. Come dire che i liquidi infiammabili “evaporano” ma i vapori scivolano in basso. Esistono anche alcuni gas con questa caratteristica come per esempio il GPL.
Per determinare le densità dei vapori o dei gas si passa attraverso la definizione di Massa Molare M. La massa molare M di un composto rappresenta la massa in grammi di una mole; essa coincide numericamente con il valore della massa molecolare (o eventualmente con la massa atomica) ma la sua unità di misura è g/mol.
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La pericolosità Bombole di Acetilene non revisionate
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Non so se nei vostri sopralluoghi avete mai notato lo stato di fatto delle bombole di Acetilene utilizzate per la saldo brasatura o il taglio di metalli. Negli ultimi anni personalmente ne ho trovate centinaia dell’epoca di Cartagine. La più vecchia addirittura aveva la prima punzonatura del 1940, poi seguono un certo numero del 1960, molto raramente vedo bombole recenti.
Tipico deposito di bombole “cartaginesi”
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Quanto Pentano cede in ambiente il Polistirolo
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Come è noto una volto prodotto il Polistirolo emette una certa quantità di Pentano fino a fine vita. La quantità di Pentano emesso durante la produzione e a fine vita di varia in funzione della densità finale ottenuta, dal tipo di pre-espansione utilizzato, dal tempo di maturazione, dalla temperatura di condizionamento, dalle condizioni dell’ambiente di stoccaggio. Le perdite di Pentano durante le fasi produttive sono identificabili dalla tabella, di seguito riportata, elaborata dall’AIPE (Associazione Italiana Polistirolo Espanso).
Cosa si intende per impatto luminoso
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Da non confondere con la valutazione classica dei lux (illuminamento).
In pratica bisogna valutare l’impatto luminoso creato dall’illuminazione notturna dell’azienda in quanto il cielo notturno e la possibilità di vedere le stelle è patrimonio dell’umanità.
Utilizzare lampade da tavolo in ufficio forse non è sempre una bella idea
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Il problema non è ROA ma di illuminamento (lux). In ogni postazione oltre che il livello giusto di lux nel compito occorre che nell’area adiacente l’uniformità sia dentro a un certo valore. Uniformità vuol dire che i lux nel compito e nell’area adiacente devono essere abbastanza “vicini” per evitare effetti di “salto al buio” di solito pari al 60 %. La Norma UNI 12464-1 definisce per le attività lavorative indoor i limiti di illuminamento medio e di uniformità (U0) di illuminamento, in tabella si riportano i requisiti.
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Ultrasuoni e macchine di decapaggio
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La pulizia a ultrasuoni si basa sul principio della cavitazione che consiste nella formazione di bolle d’aria che se messe a contatto con una sostanza liquida in un campo ultrasonoro, vanno a generare delle onde di pressione e depressione ad elevata velocità in grado di raggiungere anche i 100 bar in grado quindi di detergere in modo efficace qualsiasi materiale. Durante la fase di collasso, all’interno delle bolle si generano microambienti estremamente reattivi, “hot spot”, caratterizzati da temperature e intense onde di pressione responsabili delle diverse trasformazioni chimiche e fisiche. In si riporta sintesi uno schema delle principali trasformazioni:
- All’interno delle bolle: migrazione delle sostanze idrofobiche, micro-pirolisi.
- All’interfaccia liquido-bolla: ossidazione dei radicali.
- Intorno alle bolle: effetti fisici (meccanici), microporosità / macinazione / rottura.
- Nel liquido: degassamento, riscaldamento volumetrico, turbolenza, scambi di calore.
Le vasche di decapaggio lavorano alla frequenza di 40 kHz tramite la generazione di capsule piezoelettriche frequenza ottimale per l’effetto cavitazione. Gli ultrasuoni generati vengono immessi in acqua e a causa della densità dell’acqua la velocità delle onde possono raggiungere i 1480 m/s. Nell’aria la velocità del suono è pari a 340 m/s questo implica che le onde ultrasoniche tenderanno a rimanere all’interno dell’acqua per riflessione.
Calcolo della frequenza di risonanza di modo 1 di un rotore circolare
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La frequenza si calcola tramite la seguente formuletta:
Frequenza = 3.56 · R · L-2 · (Y/ρ)0,5
Modo di vibrazione a banana (Modo 1)
- ρ= Densità acciaio = 7859 Kg/m3
- Y= Modulo di Young acciaio = 2 x 10 11 N/m2
- R = raggio giratore= Per una sbarra circolare è uguale alla metà del raggio.
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